Villa San Limato

Ultima modifica 19 aprile 2022

 
 
A nord della colonia romana di Sinuessa sorge la villa marittima in località San Limato, i cui resti sono in parte inglobati nella masseria di S. Limato. 
La villa, l’unica scavata e visitabile nella zona, costituisce un lussuoso esempio dell’edilizia residenziale suburbana di Sinuessa, che doveva presentare una serie di complessi di questo tipo sia lungo la costa a nord che lungo il litorale a sud della città antica.
Villa S. Limato
I resti visibili comprendono un livello inferiore costituito da una serie imponente di ambienti con volta a botte in opera mista di reticolato e laterizio che formano il criptoportico di sostruzione sui quali poggiano in parte i soprastanti ambienti residenziali e, interamente, la masseria settecentesca, ed un livello superiore, solo parzialmente scavato e molto probabilmente costituito da padiglioni separati. Nella parte finora esplorata si possono nettamente distinguere due settori separati da un corridoio di servizio.
Nel settore settentrionale sono gli ambienti termali, con il frigidario (sala per i bagni freddi), che presenta nicchie absidate e rettangolari, alcune delle quali recanti delle basi, che dovevano alloggiare statue a decorazione della sala. Il pavimento a mosaico bianco e nero raffigura un’elegante scena con delfini, pesci, un drago ed altri animali marini, di buona fattura.

Villa S. Limato
Il mosaico è databile, in base a confronti, alla prima metà del II sec d.C. e fu tagliato in un momento successivo per l’inserimento di una vasca circolare addossata ad una parete. A sud del frigidario si trovano gli ambienti riscaldati, tra i quali si distinguono il calidario e il tepidario, di cui è conservato solo il livello sul quale poggiavano, su un piano di tegole, le suspensurae (colonnine di mattoni o tegole), che sostenevano il pavimento superiore e permettevano la circolazione dell’aria calda.
Sul lato ovest del complesso sporgono dal perimetro esterno le sagome, rettangolare l’una, absidata l’altra, dei due praefurnia (forni) che permettevano appunto il riscaldamento dell’aria e dell’acqua in tali due ambienti. Gli ambienti sono in massima parte realizzati in mattoni (laterizio), tranne alcuni muri in reticolato con testate in laterizio e in solo reticolato. A ovest del frigidario sono identificabili altri due grandi ambienti, dei quali uno quasi interamente crollato, che poggiano, come già detto, su imponenti ambienti di sostruzione che continuano sotto la masseria. Quello più meridionale presentava al momento dello scavo resti di pavimentazione a mosaico. A nord del frigidario, inoltre, è un altro piccolo vano rettangolare molto rovinato. Dallo scavo provengono anche frammenti di volte con stucchi figurati.

Villa S. Limato
Nel settore meridionale vi sono tre grandi ambienti a carattere residenziale con nicchie, absidi e rivestimenti pavimentali in mosaico e lastre marmoree, che erano allietati da fontane. Ulteriori ambienti pertinenti alla villa giacciono ancora sepolti, mentre altri sono stati parzialmente rivelati da scavi clandestini. Infatti, un terzo settore, separato dagli altri, doveva trovarsi a breve distanza dalla strada vicinale che fiancheggia il canale d’Auria, dove, proprio uno sterro clandestino permetteva di penetrare in un ambiente con volte a botte di notevoli dimensioni e ben conservato.

Villa S. Limato
Sulla base di quanto si è detto e della tecnica edilizia, con netta prevalenza del reticolato con ammorsature e fasce di mattoni nella fase originaria del settore meridionale e in tutti gli ambienti di sostruzione, del mattone nell’impianto termale, si può datare l’impianto originario della villa in età giulio-claudia ( I sec. d.C.), e una consistente successiva fase di ristrutturazione e di ampliamento al II sec. d.C, nello stesso periodo in cui fu realizzato il pavimento a mosaico con scena marina, mentre altri limitati interventi risalgono ad età ancora più recente. La particolare sontuosità del complesso è attestata, oltre che per l’impianto architettonico e per i preziosi rivestimenti, anche per la decorazione scultorea, della quale sono stati rinvenuti alcuni frammenti nel 1954 in occasione di lavori agricoli effettuati nel terreno confinante ad est con l’area scavata. In particolare,furono allora ritrovati una testa dell’imperatore Claudio più grande del naturale, una testa di fanciulla di epoca claudia ed un frammento di maschera comica silenica sostenuta dalla mano di una fanciulla ( una Musa?), ora conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

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